LE 5 PAROLE COREANE PIU’ BELLE Pt.2

Visto l’ampio successo del primo episodio delle parole coreane più belle, abbiamo deciso di continuare a schiudere segreti e storie di una lingua spesso non veramente compresa. Sebbene quattro dei cinque termini di oggi siano intraducibili, questa volta troverete anche una parola particolare, tra le più semplici in coreano, con uno dei più grandi significati taciuti. Un modo per ricordare quanto una lingua sia molto più di quello che appare.

눈치가 빠르다 – ‘Nunchiga ppareuda’.

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Vi hanno mai detto che avete un ottimo spirito di osservazione? ‘Nunchiga Pppareuda’, romanizzato, è l’aggettivo che descrive chi è in grado di comprendere quello che è successo a qualcuno senza che questo parli. Come un qualcuno può essere alto o basso, si può essere dei ‘‘Nunchiga Pppareuda’. Non ha traduzione, così come non c’è un motivo o una ragione per cui qualcuno riesce a capire gli altri. É percepire il non detto con un solo sguardo, senza prove materiali, ma la certezza che qualcosa sia successo.

눈치가 없다 – ‘Nunchiga eopda’.

Simile a ‘Nunchiga Ppareuda’, ‘Nunchiga Eopda’ è in realtà il suo contrario. É l’essere fuori dal contesto e non capire il taciuto. Una persona che non riesce a leggere le situazioni, che ha bisogno la realtà delle cose sia spiegata e raccontata. Non saper vedere l’ovvio e non percepire la tensione, una persona ignara e inconsapevole del se e degli altri.

나르샤 – ‘na-reu-sha’.

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육룡이 나르샤 ( Yungryong-i nareusha ), “Sei draghi volano”. Si apre così il libro che Re Sejong il Grande consegnò al popolo coreano nel 1446. Un lavoro cominciato tre anni prima culminato nella pubblicazione del “Hunminjeongeum”, letteralmente “Suoni corretti per l’educazione del popolo”, conosciuto come l’alfabeto coreano. L’hangul è ancora oggi l’alfabeto più recente al mondo e ‘na-reu-sha’, coniugazione del verbo ‘volare’ è stata la prima parola nativa coreana ad essere stata scritta agli albori della lingua.

답답하다 – ‘Dap-dap-Hada’.

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La sensazione di frustrazione che pervade la persona quando qualcosa non va come pianificato. É la disfatta e l’incredulità del fallimento quando si ha lavorato tanto per conseguire dei risultati. Espressione ad alta voce di frustrazione, l’incapacità di accettare a cuor leggero la delusione che stringe il cuore.

하늘 – ‘haneul’.

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Haneul è il cielo, traduzione semplice ed ovvia. Eppure per i coreani il ‘semplice’ cielo, ha un significato molto più profondo e si perde nei meandri della leggenda. Il Lord del Cielo permise al proprio figlio, Hwanung, di discendere sulla terra insieme ai ministeri delle nuvole, della pioggia e del vento, e siccome era saggio istituì leggi, codici morali, ed insegnò agli esseri umani l’arte, la medicina e l’agricoltura. Una tigre ed un orso chiesero di poter essere trasformati in esseri umani, solo l’orso riuscì a soddisfare le richieste di Hwanung e presto divenne una donna che gli diede un figlio: Dangun Wanggeom che fondò Go-Joseon, “Vecchio Joseon”. Nacque così, da un dono del cielo, il primo regno di Corea.

PER LA PRIMA PARTE: https://italyloveskpop.wixsite.com/italyloveskpop/post/le-5-parole-coreane-pi%C3%B9-belle

Articolo di: https://www.instagram.com/marietcetera_/

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