KANTO 1923: il terremoto che plasmò il Giappone
Nel mattino del 1° settembre 1923, il Giappone fu scosso da uno dei terremoti più distruttivi e letali della sua storia. Il terremoto del Grande Kanto, noto anche come Terremoto di Tokyo del 1923, ebbe un impatto devastante sulla regione di Kanto, che include Tokyo e le città circostanti.
Il Terremoto del Grande Kanto fu il risultato di un intenso movimento tettonico lungo la faglia di Tanna, una zona di subduzione dove la placca filippina scivola sotto la placca eurasiatica. Questo tipo di interazione tettonica è responsabile della formazione di molti terremoti e vulcani nell’area del Pacifico noto come “L’ Anello di Fuoco”.
La faglia di Tanna era rimasta inattiva per diversi anni, accumulando così molta tensione. Il 1° settembre 1923, si arrivò al punto di tensione massima causando un movimento sismico violento lungo la faglia. Il terremoto ebbe una magnitudo stimata tra 7,9 e 8,4 sulla scala Richter, rendendolo un dei più disastrosi dell’intero arcipelago.
Nel Kanto le prime scosse si avvertirono intorno alle 11:58 del mattino, quando la maggiorparte della popolozione si trovava al lavoro o a scuola. La violenta scossa sismica fu avvertita in tutto il Giappone, da Nord a Sud, qualsiasi giapponese fu protagonista (in diversa misura) della spaventosa scossa. Gli edifici crollarono come castelli di carte, le strade si aprirono in profonde crepe e diversi incendi divamparono in molte parti della città.
Gli edifici crollati e le crepe nelle strade crearono scintille che alimentarono rapidamente le fiamme di quest’ultimi che, in breve tempo, divenirono un grande problema da arginare. Nel Giappone del 1920 le case erono per lo più fabbricate con il legno ciò alimentò fortemente gli incendi che si propagarono con rapidità. Si stima infatti che circa il 60% delle abitazioni a Tokyo vennero divorate dalle fiamme.
Ingenti furono le perdite umane che vennero stimate attorno le 100.000 e le 140.000 , centinaia di migliadi di rimasero inoltre ferite e persero completamente le loro case e, in alcuni casi, le loro attività commerciali.
Fu un periodo drammatico dove le autorità giapponesi rimasero per diverso tempo sopraffatte dalla grande scala del disastro a causa della limitata competenza organizzativa nell’organizzare le operazioni di soccorso e la quasi totale mancanza di risorse per attuarle. Tuttavia un’ondata di solidarietà nazionale e internazionale invase il Paese del Sol Levante che riuscì, con non pochi sforzi, ad assistere le vittime e concludere le azioni di recupero e soccorso.
Dopo il terremoto.
Tokyo e le città circostanti furono ricostruite con un focus sulla modernizzazione e sulla costruzione di edifici più resistenti ai terremoti (non dimentichiamo che il Giappone è un paese altamente sismico). Questo processo di ricostruzione contribuì a mettere le prime basi per la creazione della città di Tokyo in come la conosciamo oggi.
A seguito delle iniziali ed inneficenti operazioni di soccorso e della gestione dello stato di calamità ben presto vennero a galla le caranze e problemative della politica che allora teneva le fila del governo giapponese. Il malcontento pubblico portò ad un’instabilità duratura che contribuì all’ascesa al potere del regime militare.
Il Terremoto del 1923 rimane uno dei capitoli più oscuri e tragici della storia giapponese, che va ben oltre all’ingente perdita di vite umane, alla devastazione o agli incendi. Ha colpito profondamente la società, a livello umano e polito, cambiandola (in parte) per sempre.
È stato però un grande monito per il futuro, portando l’attenzione alla sisimicità e a poggiare i primi tasselli verso la nazione resiliente e all’avanguardiache è oggi.
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